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Fabrizio Dadò da Fabrizio Dadò
il maggio 30, 2022

​Il setup della nostra chitarra (pt 1): manici e truss-rod


1 - CHE COS'È IL TRUSS-ROD?


I diversi tipi di manici e truss-rod nella chitarra elettrica e acustica.

In questo articolo trovi alcune notizie storiche e molte informazioni sul manico della tua chitarra, sul suo rapporto con le corde e sulla funzione dall'asta tendi-manico o truss-rod :

  • A che cosa serve il tendi-manico o truss-rod
  • Tipi di manici di chitarra
  • Primi truss-rod
  • Tipi diversi di truss-rod
  • Punti di regolazione del truss-rod


Perché i manici delle chitarre sono dotati di tendi-manico?
Come sappiamo, i manici delle chitarre elettriche , acustiche a corde in metallo e oggi, a volte, anche quelle classiche a corde in nylon sono dotati all'interno di un'asta tendi-manico (truss-rod in Inglese). La sua regolazione consente di correggere la tendenza del manico ad assumere un andamento eccessivamente curvo, concavo rispetto alla linea retta delle corde tra capotasto e ponte, allontanandosi o avvicinandosi alle stesse nella porzione centrale.

Queste variazioni possono essere dovute a cambiamenti delle condizioni climatiche dell'ambiente in cui si trova la chitarra. Freddo secco o umidità eccessiva non favoriscono la stabilità del manico. Per questo sarebbe opportuno non lasciare la chitarra vicina a fonti di calore o vapore, né appesa a un muro della stanza a contatto con l'esterno.

Possono sembrare attenzioni eccessive, ma si deve pensare che il manico della nostra chitarra non è in condizioni di riposo, sta sempre lavorando. Una comune muta light di corde per chitarra classica esercita sullo strumento, tra ponte e capotasto, una tensione (o tiraggio) di circa 6-7 kg. per corda, crescente dal mi basso al mi cantino. In una muta in acciaio .010-.046 (light) per chitarra elettrica le tensioni variano da circa 6 a oltre 10 kg per corda. Una muta per acustica folk .013-.056 (medium) può superare gli 80 kg. totali di tensione!

La forza esercitata varia secondo il materiale, la massa e lo spessore delle corde , la scala dello strumento e l'accordatura. Una stessa corda plain, usata ad esempio come sol o si, ha nei due casi un diverso tiraggio. Una stessa corda su una chitarra con scala da 24” ¾ ha un tiraggio inferiore rispetto a una scala da 25” ½.


Diversi tipi di manici

Si capisce quindi che il manico della nostra chitarra accordata è già in partenza un elemento potenzialmente stressato. Per fortuna madre natura ci ha donato il legno , un materiale robusto, duraturo ed elastico se è di qualità, ben stagionato e trattato. Teoricamente un manico costruito con una laminazione di legni opportunamente disposti longitudinalmente dovrebbe essere più stabile di uno fatto in un sol pezzo di legno. Allo stesso modo, un manico in acero con la tastiera in acero incollata sopra dovrebbe essere più stabile di un vero maple-neck interamente ricavato da una sola tavola di acero. In realtà non è così, esiste una notevole variabilità legata alla specie, alla qualità, alla stagionatura naturale o artificiale e alla lavorazione dei legni.

Un tempo la stagionatura artificiale in forno e oggi la tecnica della torrefazione (o roasting) ad alta temperatura consentono di estrarre dal legno l'umidità residua, migliorando la stabilità dei manici senza dover aspettare gli anni richiesti dalla previa stagionatura naturale (per fare un esempio il celebre liutaio James D'Aquisto usava legni stagionati da 9 a 12 anni). Molti costruttori hanno inoltre provato nel tempo a proporre solidissimi manici in materiali sintetici, alcuni molto interessanti.


Primi truss-rod

Inizialmente i manici di chitarra non avevano un truss-rod regolabile perché le corde erano in budello e seta ed esercitavano una modesta tensione sulle chitarre (il nylon giunse nel 1948). Ai primi del '900 arrivarono le corde in acciaio e le cose cambiarono, ma neanche molto tutto sommato. Si pensi che la Martin Guitars per le sue acustiche, già da tempo dotate di robusta incatenatura a X della tavola, non si curò della questione fino agli Anni '20 del '900, quando adottò un semplice rinforzo in ebano inserito nel manico.

Rinforzi fissi in ebano


Nel tempo si passò a uno a T in acciaio pieno (T-bar) e poi a uno tubolare a sezione quadrata (square-bar) nella seconda metà degli Anni '60. Erano tutti non regolabili, a tal punto la casa era certa della qualità dei suoi manici! Il cedimento alla “novità” rappresentata dal truss-rod regolabile, brevettato e introdotto stabilmente dalla Gibson nel 1923, giunse per la Martin solo nel 1985!

Martin fino al 1985



Tipi di truss-rod

Il truss-rod regolabile più semplice e diffuso è quello ad azione singola (single action), che corregge la flessione in avanti del manico ( concavità). Stringendo un bullone a un'estremità del manico, si flette un'asta metallica inserita in un canale curvo scavato nel manico. Tale flessione contrasta, quando serve, la tensione delle corde se questa sollecita il manico fino a piegarsi e divenire concavo sotto di esse.

Un altro tipo di truss-rod regolabile è quello a doppia azione (double action) o a doppia espansione o a due vie. Consta di due aste inserite in un canale dritto e permette di correggere sia una eccessiva concavità che una eventuale convessità (flessione all'indietro), situazione quest'ultima di difficile soluzione e alquanto innaturale per un buon manico che non abbia subito stress particolari. È meno apprezzato e diffuso del single action perché molti musicisti attribuiscono una cattiva influenza sul suono alla considerevole massa metallica , sebbene ne esistano versioni con una sola asta come il Fender Bi-Flex.

tipi di truss


Altre soluzioni viste nei decenni sono quelle dei doppi truss-rod ad azione singola di Rickenbacker e Guild (12 corde) per regolare separatamente il manico sul lato delle corde avvolte e su quello dei cantini.


Dove si regola il truss-rod?

Il punto di accesso alla regolazione del truss-rod può essere posizionato alla base del manico (ad esempio Fender vintage, nel qual caso il manico va smontato per scoprire l'accesso) o sulla paletta ( repliche Stratocaster ® e ispirazioni Les Paul ® moderne, etc.), dietro il capotasto. In qualche caso si sono viste soluzioni alternative, come sul lato inferiore del tacco del manico (Yamaha RGX TT) o sotto palette di foggia particolare (Parker Fly).

Generalmente il punto di regolazione è il terminale filettato dell'asta stessa con testa a croce, oppure un dado con testa esagonale o cilindrica forata o con incasso a brugola. In ogni caso è bene avere sempre la chiave giusta, a passo metrico (produzioni europee e asiatiche) o anglo-sassone (produzioni statunitensi), per non rovinare questo essenziale elemento della chitarra.

chiavi truss


Bene, ne sappiamo abbastanza per pensare di fare la nostra prima regolazione del manico. In un nuovo articolo ci occuperemo della valutazione della distanza delle corde dai tasti, delle specifiche consigliate e dell'intervento sul truss-rod!


Fabrizio Dadò


Riferimenti
https://tension.stringjoy.com/
https://www.daddario.com/globalassets/pdfs/accesso...