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Scegliere il primo diffusore: Attivo o passivo? (PT.2)

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a. Che cosa significa diffusore attivo e passivo

Veniamo dunque alla nostra seconda domanda di partenza. Sappiamo che una cassa acustica passiva è composta da:

· Un mobile chiuso (a sospensione pneumatica), con una o più aperture (bass reflex) o a linea di trasmissione (con percorso del suono interno al mobile)

· Uno o più trasduttori (nel caso di diffusore a 2-vie, un woofer e un driver)

· Un crossover passivo (quando si ha più di un trasduttore e occorre quindi separare le frequenze)

Sappiamo anche che un diffusore serve a rendere fruibile ciò che stiamo suonando o riproducendo a più persone contemporaneamente e per fare ciò occorre amplificare il nostro segnale audio mediante delle apparecchiature dette appunto amplificatori. In un sistema audio con casse passive l’amplificatore è esterno; in una cassa attiva, invece, l’amplificatore è dentro il diffusore stesso.

Pertanto un diffusore passivo è una cassa che necessita di un segnale audio già amplificato e che si limita a trasformare l’energia elettrica di questo segnale in onde sonore.

Un diffusore attivo invece, oltre ad incorporare al suo interno tutti gli elementi contenuti in una cassa passiva, possiede anche l’amplificatore (e tutto ciò che serve per il suo corretto funzionamento: alimentatore, preamplificatore, ecc.)

Tipi di diffusori attivi

Le casse attive possono essere di diversi tipi. Dal punto di vista acustico vengono suddivise in base agli stessi criteri usati per i sistemi passivi. Pertanto possono esserci casse attive a due o più vie; con o senza bass reflex, e così via.

Dal punto di vista dell’architettura elettrica, invece, possiamo avere i seguenti tipi:

  • Diffusore amplificato semplice (mono-amp)
  • Diffusore amplificato multiplo (bi-amp, tri-amp, ecc.)

Il sistema amplificato semplice

(di solito indicato come “cassa attiva” senza ulteriori informazioni) prevede un singolo preamplificatore, un solo amplificatore finale, un crossover passivo e due o più trasduttori.

Il preamplificatore serve per alzare o abbassare il livello del segnale di ingresso in modo da pilotare perfettamente lo stadio cosiddetto “finale” di amplificazione. In molti casi, ad esempio, il preamplificatore – o semplicemente pre – prevede il collegamento di un microfono, di un lettore CD, di un tablet o di una tastiera; tutti segnali che possono avere livelli molto diversi tra loro. A volte addirittura il pre incorpora un vero e proprio mixer, che permette di usare contemporaneamente più sorgenti audio e regolare per ciascuno di essi volume, toni, ecc.

Il finale in questo tipo di architettura amplifica tutta la gamma audio e quindi invia questo segnale al crossover passivo che, a sua volta, separa le porzioni di spettro in base alle caratteristiche di ciascun trasduttore. Per cui, ad esempio, le frequenze basse andranno al woofer; quelle intermedie ad un eventuale midrange; quelle più alte ad un driver a compressione.


Il sistema amplificato multiplo

Quello più diffuso è certamente il bi-amplificato e tutte le considerazioni valide per esso si possono estendere a casse tri-amp en multi-amp. Lo schema di principio prevede anche in questo caso un preamplificatore che a differenza del caso precedente è subito seguito da un crossover attivo. La gamma audio quindi viene suddivisa in due o più parti PRIMA di essere amplificata e lo stadio di amplificazione prevede pertanto due o più finali, ciascuno dei quali operante nella proprio intervallo ( range) di frequenze. I progettisti così possono realizzare circuiti con caratteristiche mirate alla porzione di spettro audio sul quale devono operare, ottenendo quindi delle performance sicuramente superiori rispetto al caso precedente.

CONSIGLIO

Occorre tenere sempre ben presente la differenza tra sistemi bi-amp, tri-amp e non, perché le prestazioni (e di conseguenza il costo) cambiano sensibilmente. Spesso i rivenditori non specificano bene questi aspetti puntando molto sul prezzo; per cui se si decide di acquistare una cassa attiva sulla sola base del prezzo si rischia di non capire bene quale sia il reale valore commerciale.



b. Attivo vs passivo: pro e contro di entrambe le soluzioni



Leggi la prossima puntata: Prezzi e qualità