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Fabrizio Dadò da Fabrizio Dadò
il febbraio 06, 2023

​IL SETUP DELLA NOSTRA CHITARRA (PT. 8): Regolazione del vibrato floating

In questo articolo trovi istruzioni e consigli sulla regolazione del ponte vibrato della chitarra elettrica (impropriamente anche detto tremolo), con particolare riferimento ai modelli spesso utilizzati su strumenti in stile super-strat.

Questa operazione è parte del setup o regolazione generale della chitarra, che include argomenti trattati sul blog Soundsation, come l'action, la compensazione delle ottave e la regolazione dei pickup.

Prima di procedere è bene avere:

  • le corde che usiamo di solito montate e accordate
  • l'action regolata di massima secondo il proprio gusto.

Ricordo che parliamo di come regolare il ponte vibrato a sei viti in stile Fender vintage nell'articolo del blog Soundsation “Il setup della nostra chitarra (PT. 7) - Regolazione del vibrato in stile vintage”, in buona parte valido anche per i ponti flottanti (floating) a due piloni senza capotasto blocca-corde (locking nut) di cui si parla qui. Ne sono un esempio il G&L Dual Fulcrum Vibrato proposto negli Anni '80 da Leo Fender, il Fender 2-Point Synchronized Tremolo presentato sulla American Standard Stratocaster di Dan Smith e George Blanda nel 1986, il Wilkinson VS100N (foto qui sotto a sinistra), il Music Man Standard, il Gotoh NS510T-FE1 (foto qui sotto a destra) e altri simili di cui andiamo a trattare.


Come sono fatti i ponti floating

Tra i ponti con due soli fulcri su viti e piloni (stud mount) in luogo delle classiche sei viti, i più diffusi sono quelli in stile Fender American Standard e i vari tipi di Wilkinson, questi ultimi progettati e lanciati nel 1986 da Trev Wilkinson, musicista, ideatore di hardware e pickup, fondatore del marchio inglese Fret-King; a lui si deve anche il capotasto a rulli Roller Nut usato su alcune strato dal 1987 e sostituito dalla Fender con l'LSR nei primi Anni '90.


I componenti Wilkinson sono attualmente fabbricati dalla giapponese Gotoh e dalla coreana Un Sung.

Quasi tutti i produttori di chitarre e hardware hanno in catalogo ponti floating di questo tipo, quasi sempre accompagnati alla paletta da meccaniche auto-bloccanti (Gotoh [a sinistra], Schaller, Sperzel [a destra]) che serrano le corde nell'alberino e impediscono la perdita dell'accordatura sotto un uso pesante della leva.


I materiali con cui sono costruiti i ponti floating sono fondamentali per la loro qualità meccanica e sonora. Certamente, almeno per le selle (saddles), è da preferire l'acciaio, che garantisce la migliore velocità di trasmissione delle vibrazioni e buon sustain.

Soprattutto per i blocchi inerziali (tremolo block o sustain block) sono utilizzati anche alluminio, ottone, titanio, leghe di zinco (soprattutto Zamac: Zinco Alluminio Magnesio) e, nei modelli più economici, polveri metalliche pressate come nei Fender Am Std Anni '80, scarsi dal punto di vista sonoro e della durata. Anche la qualità dei piloni e delle “lame a coltello” (knife edges) della base sono molto importanti ai fini della durata del ponte e della fluidità di funzionamento. Il tremolo ormai cinquantenario della G&L, ad esempio, adotta acciaio temperato (hardened steel) per il corpo del ponte, il blocco inerziale e i piloni, mentre i contro-piloni immersi nel corpo sono in ottone (brass). Le selle sono in acciaio inox (stainless steel); considerata la durezza di questo materiale anche rispetto a quello temperato, i punti di contatto con le corde devono essere molto ben lavorati per evitare attriti e rotture. Il contatto lame/piloni è avvolgente a cerchio, cosa utile nel cambio corde, come vedremo.


Nel Wilkinson VS100N la base è in acciaio temperato, piloni, selle e leva sono in acciaio inox, il blocco inerziale in lega di zinco. Un ottimo prodotto, che tra l'altro sostituisce senza modifiche l'American Standard; ma è sempre bene rivolgersi a un liutaio!


I vantaggi dei ponti floating

  • La generale leggerezza e l'oscillazione su due fulcri dà ai ponti floating una fluidità e una facilità d'uso superiori rispetto ai ponti vibrato di tipo vintage.
  • Abbinati a meccaniche auto-bloccanti e a un capotasto in materiale auto-lubrificante a base di grafite ben intagliato (o a un capotasto a rulli), questi ponti permettono escursioni molto ampie dell'intonazione, sia in senso crescente che calante, senza provocare perdite di accordatura.
  • Nei migliori modelli il serraggio delle selle sul corpo ponte, unitamente ai punti su descritti, garantiscono il mantenimento dell'accordatura e dell'intonazione molto a lungo, portando virtualmente i controlli del setup al solo cambio corde..


Gli svantaggi dei ponti floating

  • Il suono generale dello strumento è un po' diverso da quello tipico di una strato vintage style, con un contributo apparentemente minore del legno della cassa a favore del metallo del ponte. I ponti Wilkinson, ad esempio, evidenziano una risonanza metallica sui 2000 Hz (spike o picco). Se la cosa non è gradita, la sostituzione delle selle con altre in materiali alternativi come le GraphTech risolve il problema.
  • A detta di alcuni esperti un altro contributo metallico nel suono proviene dalle meccaniche auto-bloccanti, più massicce di quelle in stile vintage, e dall'eventuale adozione di capotasti in metallo come quelli a rulli.
  • La presenza di due soli punti di appoggio e il blocco inerziale più sottile (per non battere sulla cassa nei movimenti su/giù della leva) possono causare una curiosa oscillazione sonora detta warbling (trillo, gorgheggio) sulla parte alta della tastiera, dopo il XII-XIV tasto. Questo fenomeno, se si presenta, è risolto dall'adozione sui modelli di chitarra più prestigiosi di stabilizzatori come l'Hipshot Tremsetter e simili, una sorta di ammortizzatori che inoltre garantiscono un calo decisamente minore d'intonazione delle corde libere durante i bending e, in generale, un funzionamento ancora più regolare del vibrato.


  • Le corde vanno sostituite una alla volta per evitare che il ponte, perdendo di colpo tutta la tensione, molli la presa sui piloni, “collassi” sul top della chitarra e le molle si sgancino dai loro attacchi. Quando è necessario pulire o lucidare la tastiera, e quindi liberare lo strumento da tutte le corde, è bene porre uno spessore in legno, plastica o gomma dura sotto la parte posteriore del ponte per evitare quanto descritto. Personalmente uso un blocchetto di legno (foto in basso) appositamente realizzato o una gomma per cancellare da penna, ma ognuno può trovare la sua soluzione; c'è chi preferisce un blocchetto di post-it a misura. L'importante è non rischiare di rovinare la vernice del top.


Regolazione dei ponti floating a due piloni senza blocca-corde

Quanto scritto per la regolazione del ponte a sei viti in stile vintage è valido anche per i ponti floating a due piloni senza blocca-corde, almeno per la regolazione della tensione delle molle. La differenza principale è che la base del ponte qui dovrebbe essere parallela al top del corpo della chitarra se esso giace in uno scavo nel top; altrimenti, soprattutto per il Fender Am Std, si può mettere anche a battuta o angolato secondo gusto e necessità.


Si procede quindi all'accordatura e alla tensione delle molle in fasi alternate successive fino a ottenere il risultato voluto.

  • Altezza (action)

Regolare l'altezza del ponte floating è facile: basta agire sulle teste a taglio o a croce o a brugola dei piloni. È importante che la base del ponte si trovi all'altezza raccomandata dal costruttore o dal vostro liutaio di fiducia. Usando il giusto numero di molle (2-3), suggerisco la misura più bassa possibile dal top fin quando è consentito un agevole uso del ponte e l'action delle corde è ottimale. Come detto, alcune chitarre presentano uno scavo sul top in cui alloggia il ponte, in modo da tenerlo il più basso possibile e consentire un'action molto comoda.


Abbassato il più possibile il ponte, si finisce il lavoro agendo sulla coppia di viti di ciascuna sella.

Su alcuni tipi di ponte floating, come i Wilkinson VS100, si deve allentare una brugola che fissa la posizione della sella sul ponte per garantire immobilità e massima trasmissione del suono: questo va fatto prima di procedere sia alla regolazione dell'altezza sia a quella dell'intonazione.


  • Radius

Usando le stesse coppie di viti di regolazione dell'altezza delle selle, cercate di seguire il raggio di curvatura della tastiera come in una comune strato (vedi il nostro articolo al riguardo).

  • Intonazione

La procedura per l'intonazione è la stessa descritta per i ponti vintage nel caso dei modelli stile Fender 2-Point Synchronized Tremolo (American Standard), che sono dotati di viti a croce inserite dal retro (vedi il nostro articolo al riguardo).

  • Leva

A questo punto restano da regolare l'altezza della leva nella sua sede e la frizione preferita nella rotazione, cose permesse nei ponti moderni rispettivamente da una vite distanziatrice posta sotto la sede della leva e da una piccola brugola radiale sul punto di innesto. Questo vale quando leva e sede non sono filettate.

Alcune leve presentano dei collarini in nylon per regolare l'innesto a frizione della leva.

Se avete dubbi, soprattutto se il capotasto è del tipo regolabile in altezza con viti o spessori, è sempre bene rivolgersi al proprio liutaio di fiducia.


Floating sì, ma c'è di più

Accuratezza costruttiva, materiali di qualità, meccaniche auto-bloccanti e un buon setup consentono sugli strumenti dotati di ponte floating un uso fluido, facile e affidabile della leva, senza perdite di accordatura neanche eccedendo nel brandeggio, sempre entro certi limiti. Ma c'è stato un tempo in cui le cose non stavano così e si doveva ricorrere all'unica scelta possibile: il ponte Floyd Rose, che per un uso “selvaggio” del vibrato resta imbattibile. Se ne parla sempre su questo fantastico blog Soundsation, insieme al vibrato Kahler, suo grande concorrente degli Anni '80/'90!


Fabrizio Dadò