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Il setup della nostra chitarra (PT. 9) - I ponti vibrato double locking

Il setup
della nostra
chitarra (PT. 9) - I ponti vibrato double locking

In questo articolo trovi istruzioni e consigli sulla regolazione del ponte vibrato della chitarra elettrica (impropriamente anche detto tremolo), con particolare riferimento a un tipo iconico per gli strumenti in stile super-strat. Che sia originale o fabbricato su licenza, stiamo parlando del vibrato Floyd Rose! In coda all'articolo si accenna anche ai vibrati della Kahler.

Questa operazione è parte del setup o regolazione generale della chitarra, che include argomenti trattati sul blog Soundsation, come l'action, la compensazione delle ottave e la regolazione dei pickup.

Prima di procedere è bene avere:

  • le corde che usiamo di solito montate e accordate
  • l'action regolata di massima secondo il proprio gusto.

Ricordo che abbiamo parlato di come regolare il ponte vibrato a sei viti in stile Fender vintage nell'articolo del blog Soundsation “Il setup della nostra chitarra (PT. 7) - Regolazione del vibrato in stile vintage”. Quanto scritto sui ponti flottanti (floating) a due piloni come il Fender® American Standard o il Wilkinson®VS100N nell'articolo “Il setup della nostra chitarra (PT. 8) - Regolazione del vibrato floating” è in buona parte valido anche per i ponti double locking.

Qui ci occupiamo proprio di quest'ultimo tipo, ovvero dei ponti sia floating che locking, a due piloni con capotasto blocca-corde (locking nut) e tira-cantini per l'accordatura fine (fine tuners).


Ponti floating double locking: il Floyd Rose

Siamo al re dei ponti vibrato floating: il Floyd Rose. Questo ponte rivoluzionario porta il nome del suo creatore, l'orafo e chitarrista Floyd D. Rose, che, impratichitosi nella lavorazione dell'acciaio, cominciò a proporlo a livello artigianale nel 1976. Nell'immagine, parte del brevetto del 1979.


Tra i primi acquirenti del modello FRT-1 (senza tira-cantini) figura Randy Hansen, certamente il più grande emulo di Jimi Hendrix dei suoi tempi, che acquistò il secondo pezzo costruito e contribuì a farlo conoscere nell'ambiente musicale.


Seguirono Neal Schon (Santana, Journey), Brad Gillis (Night Ranger) ed Eddie Van Halen. Floyd Rose riuscì a costruire una cinquantina di esemplari nel suo laboratorio di Seattle, prima di essere sommerso dalle richieste e decidere di affidarne la produzione alla giapponese Fernandes nel 1981. Nel 1982 Van Halen fece applicare su un suo esemplare i tira-cantini (fine tuners), adottati sull'FRT-4 della Fernandes.


Nel 1983 la produzione giapponese fu affiancata da quella della tedesca Schaller (FRT-3, ancora senza tira-cantini) e fu stretto un accordo commerciale con la Kramer Guitars. Dopo varie vicissitudini e concessioni in licenza, la produzione con il marchio Floyd Rose Original prosegue ancora oggi in Germania. I materiali usati sono l'acciaio per le selle e l'ottone nichelato per il blocco inerziale, anche se i primi modelli erano completamente in acciaio. La Schaller propone con il suo marchio i modelli Lockmeister (nella foto) e Vintage in acciaio.

Ibanez ha proposto nel tempo ponti di gran successo fabbricati dalla Gotoh su licenza Floyd Rose: dall'iniziale Edge del 1986 al famoso Lo-Pro Edge a profilo ribassato (come il Floyd Rose Pro).


È l'occasione per chiarire che, oltre al Floyd Rose Original tedesco, esiste anche un Floyd Rose Special costruito in Corea del Sud, che però offre blocco inerziale e selle in lega di zinco.


Innovazioni del double locking

L'idea di base del double locking tremolo è semplice: bloccare le corde alle selle e al capotasto, in modo che non possano assolutamente scordarsi durante l'uso della leva. Questo permette eccessi nell'uso del vibrato prima impensabili, fino a far letteralmente cadere le corde sui pickup (dive bombing), facendole poi tornare perfettamente accordate quando si rilascia la leva!

Per bloccare le corde prima della paletta, Floyd Rose ideò il blocca-corde (locking nut), un elemento in metallo che sostituisce il capotasto ed è fissato con due bulloni al manico della chitarra. Le corde poggiano sul capotasto e sono serrate in posizione tramite ganasce e viti a brugola o leve a pressione (clamp).


Le corde vengono inserite nelle fessure delle selle senza attraversare il blocco inerziale e serrate con dadi e viti a brugola. Per far questo è necessario tagliare la parte iniziale della corda, quella con il cilindretto o pallino. Sul mercato sono disponibili corde prive di pallino proprio per l'uso con i vibrati double locking. Alcuni musicisti usano montare le corde inserendole nelle meccaniche dal terminale con il pallino, usando il capo libero per l'inserimento nella sella.

L'innovazione fondamentale è la sostituzione delle sei viti del vibrato classico di stampo Fender con due massicci piloni su cui poggia e oscilla la base a lama di coltello (knife edge) del ponte.


L'uso di due soli fulcri (stud mount), adottati poi da tanti designer per i propri vibrati, è molto importante perché ha consentito ai chitarristi lo sviluppo di nuove sonorità e tecniche espressive. Sono convinto che Jimi Hendrix non avrebbe esitato a provare il Floyd Rose sulle sue Stratocaster.


Primi Floyd Rose

Sui Floyd Rose dei primi anni non erano usati i tira-cantini per l'accordatura fine, quindi le corde andavano accordate con esperienza e pazienza, leggermente calanti, in modo che, serrando il blocca-corde, la crescita di intonazione conseguente alla stretta fosse annullata. Un notevole minus, che venne risolto con l'adozione dei pomelli tira-cantini, anche se ci sarà sempre qualcuno pronto a sostenere che i vibrati senza tira-cantini “suonano meglio” perché hanno meno parti in gioco.

I primi Floyd Rose, a cominciare da quello di Eddie Van Halen, erano montati a battuta sul top della chitarra. L'idea iniziale era infatti semplicemente quella di evitare la perdita di accordatura nell'uso pesante del vibrato. Nel 1987 comparve l'Ibanez JEM, che presentava uno scavo voluto da Steve Vai dietro al ponte di ispirazione Floyd Rose. Questo scavo (routing) consente un uso migliore della leva per ottenere effetti sia ascendenti che discendenti dell'intonazione.


Questo è il modello di vibrato double locking finale con cui abbiamo a che fare oggi nel 90% dei casi, dotato di recessed routing dietro o intorno al ponte, tira-cantini e capotasto blocca-corde. Godiamo quindi dell'evoluzione massima, pronta di fabbrica, di un sistema che inizialmente andava fatto montare in un laboratorio di liuteria esperto modificando irrimediabilmente il proprio strumento.


Double locking e materiali

Quasi tutti i produttori di chitarre e hardware hanno in catalogo ponti double locking del tipo descritto, eventualmente accompagnati da meccaniche auto-bloccanti (Schaller, Sperzel, Gotoh) che serrano le corde nell'alberino (a mio avviso ridondanti per la presenza del locking nut).

I materiali con cui sono costruiti i ponti floating sono fondamentali per la loro qualità meccanica e sonora. Certamente, almeno per selle (saddles), base e piloni, è da preferire l'acciaio, che garantisce robustezza, la migliore velocità di trasmissione delle vibrazioni e buon sustain.

Per i blocchi inerziali (tremolo block o sustain block) sono utilizzati anche alluminio, ottone e lega di zinco. La qualità della lavorazione dei piloni e delle “lame a coltello” (knife edges) della base sono molto importanti ai fini della durata del ponte e della fluidità di funzionamento.


Plus dei ponti double locking

  • Fluidità nell'uso, escursione dell'intonazione e tenuta dell'accordatura senza eguali.
  • Nei migliori modelli si apprezzano la consistenza sonora e il mantenimento dell'accordatura e dell'intonazione molto a lungo, portando virtualmente i controlli del setup al solo cambio corde.


Minus dei ponti double locking

  • Il suono generale dello strumento è molto diverso da quello di uno vintage style, con un contributo decisivo del ponte. Essendo i double locking generalmente montati su chitarre con pickup moderni e potenti, progettate per heavy rock e dintorni, il problema a mio avviso non sussiste.
  • Le corde vanno sostituite una alla volta per evitare che il ponte, perdendo di colpo tutta la tensione, molli la presa sui piloni, “collassi” sul top della chitarra e le molle si sgancino dai loro attacchi. Quando è necessario pulire o lucidare la tastiera, e quindi liberare lo strumento da tutte le corde, è bene porre uno spessore in legno, plastica o gomma dura sotto la parte posteriore del ponte per evitare il problema.


Attenzione a...

Ricordiamo sempre che più si alza il punto di arrivo delle corde sulle selle, più l'intonazione generale dello strumento sarà calante (si sta allungando la scala).

Inoltre è importante sapere che, quando si pensa a una sostituzione del ponte con un altro più performante, le misure devono essere uguali o compatibili, in particolare le lunghezze delle selle, perché si può arrivare fino a cambiare la scala dello strumento e quindi alla totale perdita d'intonazione della tastiera. Nel dubbio, rivolgersi sempre al liutaio!


Regolazione dell'altezza e del radius

Innanzi tutto allentiamo il capotasto blocca-corde e accordiamo. Per regolare un ponte double locking possiamo seguire quanto descritto per i ponti floating non locking. Il procedimento è anche più semplice perché, in assenza di regolazione individuale dell'altezza delle selle, dobbiamo affidarci ai soli piloni del ponte.


Infatti i costruttori di ponti double-locking adottano selle di altezza pre-impostata per le corde Mi/mi, Re/sol, La/si; sono valide per i più diffusi raggi di curvatura delle super-strat e a volte sono sostituibili con altre di diversa misura. Per ottenere raggi personalizzati, i perfezionisti possono affidarsi al liutaio, che userà degli spessori metallici (foto) o una fresa per alzare o abbassare le selle. La seconda operazione è ovviamente “distruttiva”.

Altezza e posizione del ponte sul top si impostano inizialmente con le molle, di solito due o anche tre per mute di corde con mi cantini da .008 o .009, tre molle per mute .010-.046. Si agisce quindi sulle viti che agganciano le molle al corpo della chitarra, come descritto nella PT.7 sulla Regolazione del blog Soundsation. Si interviene quindi sui piloni, abbassandoli il più possibile fino a ottenere un'action accettabile.


Regolazione dell'intonazione

Per quanto riguarda l'intonazione, si allentano le viti di blocco sul ponte, in modo che le selle siano libere di spostarsi avanti e indietro, e si agisce sulle brugole posteriori come indicato nella PT.7 sulla Regolazione del blog Soundsation. La difficoltà è nella trazione in avanti che la sella libera subisce dalla corda in tiro. Per questo è necessario allentare notevolmente la corda e poi riaccordarla, ripetendo più volte l'operazione finché non si è ottenuto il risultato voluto.

Esistono in commercio utili accessori che facilitano lo spostamento delle selle, come il Floyd Rose The Key o l'Ibanez EJK1000 (foto), che si applicano alla sella al momento della regolazione.


In alternativa, si può sollevare la parte posteriore del ponte e allentare la tensione delle corde con un blocchetto di legno o altro materiale che non danneggi la vernice del top. C'è chi preferisce usare un blocchetto di post-it a misura. Il blocco va tolto ogni volta che controlliamo l'effetto della regolazione e poi rimesso in posizione per la successiva azione. Potete realizzare da soli questo elemento o cercare presso i fornitori per liutai accessori come lo ShredNeck TremBlock. L'importante è non rischiare di rovinare la vernice del top.

Come per tutti i ponti floating, eccetto forse il G&L, le corde vanno sostituite una alla volta per non far “crollare” il sistema sotto la trazione diretta delle molle. Volendole sostituire tutte insieme va utilizzato l'accessorio alza-ponte.

Solo alla fine di tutte le operazioni potremo serrare le corde nel capotasto blocca-corde. Prima di farlo, però, accordiamo, portiamo tutti i pomelli dei tira-cantini a metà corsa o, meglio, un po' più su, quindi appena calanti. In questo modo, dopo aver stretto il capotasto, avremo sufficienti margini di calibrazione fine nei due sensi.


Altri accessori

Segnalo l'esistenza di accessori come il Tremolo Buddy della Floyd Rose, che aiuta a svolgere tutte le operazioni connesse al setup e al cambio corde.

Per la stabilizzazione del vibrato esistono ammortizzatori come il Trem-Endus Tremolo Stabilizer (foto) o il Super-Vee Mag-Lok, che, similmente all'Hipshot Tremsetter, controllano anche il calo d'intonazione delle corde libere nei bending.


I ponti Kahler

Il parente meno fortunato del Floyd Rose nacque soprattutto per via di un'azione legale milionaria intentata dall'ideatore del primo vibrato double locking a Gary Kahler, chitarrista, imprenditore metallurgico (Kahler Systems International) e terzista di hardware per Fender e DiMarzio (American Precision Metal Works, Brass Factory). I primi modelli Kahler Anni '80 avevano in effetti dei punti in comune con i Floyd Rose: erano stud mount, double locking e floating! La causa portò all'indicazione “su licenza Floyd Rose” sui vibrati Kahler (nella foto, lo Steeler).


Il ponte successivo e più affermato (mod. 2300 per Stratocaster) è invece sostanzialmente diverso dal Floyd Rose.

Utilizza un corpo ponte flat mount, montato sul o nel top (recessed routing) con un piccolo scavo che alloggia due corte molle sotto al ponte, una camma rotante con due cuscinetti a sfera, sei rullini come selle e un capotasto blocca-corde (oggi non più fornito). Non è un ponte double locking in senso stretto e il vano posteriore delle strato non viene neanche utilizzato, tant'è vero che questo è stato il vibrato d'elezione per il montaggio su chitarre solid-body stile Gibson (mod. 2200, che si aggancia ai piloni dell'attacca-corde).

Negli Anni '90 Gary Kahler uscì dal mercato musicale per dedicarsi ad altro e tornare quindi dal 2004 alla fabbricazione di vibrati per chitarra e basso sempre più sofisticati, come il Multi-Scale.

Le regolazioni sul Kahler 2200/2300 sono molteplici e facilitate dal montaggio fisso a battuta sul corpo. Le selle si possono spostare avanti e indietro, in alto e in basso, a destra e a sinistra; quindi possiamo regolare altezza, raggio di curvatura, intonazione e spaziatura delle corde agendo solo sulle selle. Anche la tensione delle molle è regolabile. Sono presenti i tira-cantini per l'accordatura fine e il montaggio della leva può essere destrimano o mancino sullo stesso ponte.

È il ponte che forse più di altri influisce sul timbro dello strumento, ma è raffinato, solido (acciaio/ottone) e morbidissimo nell'uso; garantisce un buon sustain ed è adatto ai chitarristi... dalla mano molto pesante!


Fabrizio Dadò

Riferimenti
D.Erlewine, Guitar Player Repair Guide - Miller Freeman Books, 1990.

https://vintagefloydrose.com
https://www.floydrose.com
https://kahlerusa.com